La vera consulenza non si misura nella quantità di risposte date, ma nella qualità delle domande che sblocca.
Daniele Fappiano
Nel tempo dell’iper-soluzione, riscoprire l’arte di pensare prima di agire
Viviamo immersi in un’epoca che premia la prontezza. La velocità è diventata un valore. Chi risponde subito, chi propone soluzioni in tempo reale, chi lancia progetti lampo viene spesso percepito come efficace, competente, autorevole.
Ma nel campo della consulenza strategica – soprattutto se orientata all’innovazione, alla transizione digitale, al cambiamento organizzativo – la fretta può essere nemica della trasformazione autentica. Non tutto si può (o si deve) risolvere in 48 ore.
In Blue Lab abbiamo scelto un altro paradigma: quello delle domande giuste. Perché è da lì che si costruisce il vero impatto. E perché un progetto ben pensato prima, vale dieci progetti “rapidi” che si sgretolano dopo.
L’inganno della risposta rapida
La cultura della soluzione immediata ha effetti collaterali evidenti:
- Progetti fotocopia, che non tengono conto del contesto reale.
- Strumenti imposti, spesso inadeguati per il livello organizzativo dell’ente o dell’impresa.
- Percorsi frammentati, perché si parte senza mappa.
- Clienti disorientati, che restano dipendenti dal consulente per ogni minimo aggiustamento.
Il rischio è che la consulenza si trasformi in una catena di interventi reattivi, invece che in un processo abilitante, trasformativo, generativo.
Le domande che cambiano il gioco
Nel nostro metodo, ogni percorso – breve o lungo – comincia con un dialogo esplorativo profondo. E le domande che poniamo raramente sono tecniche. Spesso riguardano la visione, l’intento, il contesto invisibile.
Ecco alcune delle domande che usiamo più spesso:
- Perché vuoi avviare questo progetto, adesso?
- Quale trasformazione desideri davvero, al di là dei KPI?
- Cosa cambierà se il progetto avrà successo?
- Chi si sentirà coinvolto, e chi escluso?
- Cosa ti fa paura? E cosa ti blocca?
Molti clienti restano sorpresi. Si aspettavano consigli rapidi, strumenti già pronti, “cosa dobbiamo fare?”. Ma quando si fermano a riflettere, capiscono che il progetto vero inizia quando si accende una nuova consapevolezza.
L’impatto nasce dalla coerenza, non dalla brillantezza
Un progetto può essere perfettamente comunicato, rendicontato, organizzato… eppure non produrre alcun impatto reale. Perché l’impatto non si improvvisa. L’impatto si coltiva.
Serve coerenza tra:
- l’obiettivo dichiarato e il bisogno reale;
- la strategia e le risorse disponibili;
- gli attori coinvolti e le decisioni prese;
- le tempistiche e le capacità organizzative;
- la cultura interna e le tecnologie proposte.
La consulenza strategica, se fatta bene, non è un acceleratore, ma un equilibratore. Non spinge, ma armonizza. Fa emergere la verità del contesto. Rende visibile l’essenziale. E da lì costruisce con metodo.
Un esempio concreto: EDIH come dispositivo trasformativo
Nel progetto EDIH – European Digital Innovation Hub, che oggi è il perno operativo di Blue Lab, vediamo tutto questo all’opera. Molti clienti arrivano con una richiesta apparentemente semplice: “Vorremmo accedere al voucher per la digitalizzazione”.
Ma non appena iniziamo il percorso, emergono strati più profondi:
- l’azienda ha bisogno di formare il team prima di adottare un nuovo strumento;
- la PA ha processi interni bloccati da resistenze culturali;
- il vero problema non è tecnico, ma organizzativo;
- c’è bisogno di allineare vision e azione.
Grazie al nostro approccio, il voucher diventa un’opportunità per attivare un’evoluzione più ampia, che non riguarda solo l’output, ma anche il mindset, le relazioni, la struttura.
Il valore del pensiero lento
In una società che premia chi arriva per primo, noi scegliamo di essere quelli che vedono meglio. La lentezza, intesa non come ritardo ma come profondità, è un valore strategico. Prendersi il tempo per formulare bene le domande permette di:
- evitare investimenti sbagliati;
- ridurre attriti nei team;
- progettare meglio le interazioni tra tecnologia e persone;
- costruire percorsi sostenibili nel tempo.
Non è solo una questione di stile. È una scelta etica e professionale.
La consulenza che abita, non impone
Chi si rivolge a Blue Lab non cerca un pacchetto chiavi in mano. Cerca un alleato di pensiero, un interlocutore solido, un interprete del contesto.
Per questo:
- non diamo mai soluzioni prima di aver fatto ascolto strategico;
- non promettiamo quello che non possiamo generare;
- non lavoriamo con chi cerca “solo i soldi del bando”;
- non imponiamo una visione, ma facilitiamo l’emersione di quella giusta per il cliente.
Nel tempo, questo ci ha permesso di costruire relazioni stabili, ecosistemi reali, risultati misurabili, anche nei contesti più fragili.
Le domande sono il nuovo capitale
In un mercato saturo di offerte, tool, tecnologie, intelligenze artificiali… il vero differenziale competitivo è la qualità della domanda.
Chi fa le domande giuste:
- attiva processi duraturi;
- guida le trasformazioni complesse;
- attrae i partner giusti;
- genera impatto, anche senza grandi budget.
In Blue Lab lavoriamo per affinare questa arte. Perché sappiamo che la vera consulenza non cambia il cliente. Lo aiuta a diventare ciò che è, in versione più evoluta.