Non basta portare la tecnologia nei territori. Serve portare ascolto, presenza e visione, altrimenti anche la migliore innovazione diventa sterile.
Daniele Fappiano
Come trasformare una misura europea in un’occasione concreta per imprese e territori
Quando si parla di EDIH – European Digital Innovation Hub – il rischio è di fermarsi alla superficie: un programma europeo, dei fondi, dei servizi offerti tramite voucher, una lista di ambiti (AI, cybersecurity, cloud, IoT).
Ma limitarsi a questa lettura tecnico-amministrativa è un’occasione mancata.
Perché EDIH, se interpretato con profondità, è molto di più: è una nuova infrastruttura culturale per l’evoluzione digitale dell’Italia reale.
Non quella delle grandi capitali e delle multinazionali, ma quella fatta di comuni di provincia, PMI manifatturiere, startup nascenti, consorzi agricoli, PA locali, reti di professionisti.
È lì, in quella rete diffusa di soggetti spesso isolati, che EDIH può diventare una leva evolutiva, uno spazio di relazione, una palestra di sperimentazione sicura.
Dal voucher al processo: un cambio di prospettiva
Il voucher EDIH – che può coprire fino al 100% dei costi – è uno strumento prezioso. Ma non è il centro. È il grimaldello. Il vero valore dell’EDIH non è il contributo economico, ma il processo trasformativo che abilita, quando lo si vive con consapevolezza.
Ecco perché in Blue Lab lo presentiamo sempre non come “un bando da sfruttare”, ma come:
- un’occasione per guardarsi da fuori, attraverso l’assessment digitale;
- uno spazio protetto per provare tecnologie senza dover investire subito;
- una possibilità per formare persone, non solo acquistare software;
- un contesto che connetta imprese, PA e territori, non li lasci soli nel cambiamento.
Il voucher è un invito. L’evoluzione è il vero obiettivo.
Evoluzione accessibile: una visione concreta
L’espressione “transizione digitale” rischia di diventare uno slogan se non viene tradotta nel linguaggio della realtà.
Nel nostro lavoro sul campo vediamo imprese e PA che:
- non sanno da dove iniziare;
- temono di fare errori costosi;
- non hanno competenze interne aggiornate;
- non hanno relazioni affidabili nel mondo tech;
- non vogliono snaturarsi per “modernizzarsi”.
Ed è giusto così. Non possiamo più proporre modelli a taglia unica. Serve invece un accompagnamento personalizzato, modulato sul contesto e sulla cultura di chi in quel progetto ci mette la faccia.
EDIH, se gestito con questa consapevolezza, permette:
- accesso equo a competenze e risorse
- ritmi sostenibili per l’adozione delle tecnologie;
- scelte graduali basate sull’apprendimento, non sulla paura;
- creazione di valore interno, non dipendenza esterna.
Le 4 dimensioni trasformative che EDIH può attivare
1. Diagnosi consapevole
L’assessment digitale non è solo una check-list: è uno specchio organizzativo. Permette a un’impresa o a una PA di capire dove si trova, con uno sguardo esterno, neutrale, competente. È un primo atto di consapevolezza, fondamentale per non saltare nel vuoto.
2. Formazione che libera potenziale
EDIH permette di accedere a percorsi formativi su tecnologie avanzate. Ma soprattutto offre formazione contestualizzata, orientata all’uso, non al titolo. Ogni ora formativa è un seme di cambiamento nella mentalità delle persone coinvolte.
3. Test Before Invest
Uno degli aspetti più innovativi: sperimentare prima di scegliere. Una PMI può testare una piattaforma IoT. Una PA può provare un sistema di gestione documentale in cloud. Senza l’ansia del contratto vincolante. Con la libertà dell’apprendimento esperienziale.
4. Accompagnamento all’adozione
La tecnologia è solo una parte del cambiamento. Il resto è: riorganizzazione, dialogo, linguaggio, governance. EDIH, attraverso i suoi partner, può offrire un supporto che integra competenze tecniche, strategiche e relazionali. Questo è ciò che rende il modello evolutivo, non solo tecnologico.
Un modello scalabile, replicabile, umano
In Blue Lab siamo convinti che l’EDIH possa diventare una buona pratica permanente. Non un’iniziativa a termine, ma un modello di relazione tra pubblico e privato, tra bisogno e competenza, tra capitale umano e innovazione.
Per questo non ci limitiamo a “far richiedere i voucher”. Costruiamo percorsi strutturati, che includono:
ascolto strategico iniziale;
- facilitazione del processo decisionale interno;
- supporto alla candidatura;
- mentoring durante e dopo il servizio;
- capitalizzazione dei risultati.
L’obiettivo non è chiudere un progetto, ma aprire una traiettoria.
Il futuro non è digitale. È integrato.
Non ci interessa una transizione “tecnologica”. Ci interessa una trasformazione integrata, in cui la tecnologia sia al servizio delle persone, delle relazioni, della sostenibilità, dell’equilibrio tra visione e realtà.
EDIH, in questo senso, è uno degli strumenti più concreti, equilibrati ed efficaci che abbiamo oggi per aiutare chi vuole evolvere ma non vuole stravolgersi.
Per questo continueremo a lavorare non per “vendere un servizio”, ma per costruire fiducia e accompagnamento duraturo.






